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Il giro dell’isola

Ischia Giro dell'Isola

Il Giro dell’isola lungo l’anello stradale (Sentiero CAI 500)
Itinerari geo-ambientali dell’isola d’Ischia.

I’itinerario prevede il giro dell’isola e può essere effettuato anche utilizzando i mezzi di trasporto pubblici. Esso inizia ad Ischia Porto e percorre l’intera isola, in senso orario, lungo l’ex strada statale 270.

COMUNE D’ISCHIA

Il territorio del Comune d’Ischia è diviso in due centri costieri principali: Ischia Porto e Ischia Ponte, l’antico Borgo di Celso o Borgo di mare. Altre frazioni collinari del Comune sono: 5. Michele, S.Antonio, Campagnano, Arso e S.Alessandro.

1. Ischia Porto

Ischia Porto d'Ischia - Info Ischia

Ischia Porto, anticamente, era chiamata Villa dei Bagni, per le sorgenti che scaturivano lungo le sponde di un lago costiero, che occupava il cratere di un cono di scorie.
I Borbone trasformarono il lago in porto, attraverso il taglio del bordo craterico, che venne inaugurato il 17 settembre 1854 da Ferdinando II.
Il vulcano di Ischia Porto, costituito da strati di scorie saldate, si è formato in un periodo successivo al V secolo a.C.; le scorie dei piccolo centro eruttivo ricoprono reperti archeologici greci dei Vi e V sec a.C.. Questa area, in generale, è stata interessata da attività vulcanica, molto intensa, in epoca greca e romana, sino al tardo medioevo.
L’itinerario parte dal Piazzale di Ischia Porto localizzato in prossimità della Chiesa di S. Maria di Porto Salvo ( edificata dai Borbone contemporaneamente all’apertura del porto, tra il 1854 ed il 1856) e segue la “variante” alla strada 270, che si snoda a monte del centro urbano.

2. Variante” alla Strada 270

veduta procida vivara e campi flegrei

Lungo il primo tratto del percorso, sulla destra, si erge il duomo lavico del Montagnone-Maschiata, il più recente dei numerosi edifici vulcanici, duomi e coni di pomici e scorie che dominano la morfologia di questo settore (fig. 3). Altri centri eruttivi sono localizzati in mare. A sinistra, è possibile ammirare il paesaggio costiero con le isole di Vivara e Procida ed i Campi Flegrei.
La strada costeggia il gruppo di vulcani storici, lungo la costa del Lenzuolo, con una visione su Campagnano, il Torone e Monte Vezzi. Prosegue attraversando la colata lavica dell’Arso, poco a valle del cono di scorie delle Cremate, centro di emissione della lava. L’eruzione dell’Arso del 1302 è l’ultima avvenuta sull’isola. L’area è, oggi, interamente urbanizzata e
ricoperta da abitazioni e da una pineta, impiantata nel 1853 da Giovanni Gussone, botanico di corte dei Borbone (lo stesso che realizzò l’acquedotto Buceto-Villa Bagni).

3. Pilastri

Acquedotto - info ischia

Superato l’Arso e la colata di Rio Corbore, la strada giunge all’acquedotto, cosiddetto dei Pilastri, iniziato tra il 1571 e 1575 dal governatore di Ischia Orazio Tuttavilla, che si fermò con la costruzione degli archi, in doppio ordine (i pilastri), e terminato un secolo dopo, nel 1672, da monsignor Girolamo Rocca. L’acquedotto alimentava Ischia Ponte, che era  l’insediamento più importante dell’epoca, con le acque sorgenti di Buceto, ubicate nella cava omonima a sud di Fiaiano, coprendo una distanza di oltre 7 chilometri.

COMUNE DI BARANO

Il territorio comunale di Barano occupa la parte sud-orientale del|risola- è costituito dalle frazioni di Barano, Testacao, Buonopane, Flaiano Piedimonte, e da numerose localita: Vatolrere, Chrummano, Terone, Molara, Schiappone e Cretaio. Il nome Eramo insieme a Murupano compare nella nota dei Casali tassati nel periodo angioino, del 1270. Il toponimo Barano, si riscontra perla prima volta nel 1374, in una lapide dedicata al vescovo Bartolomeo Bussolaro.

4. Starza

casa rurale ischitana

Superati i Pilastri, la strada sale in quota, attraversando i coni di scorie del Vl-IV secolo a.C. di cava Nocelle ed il cratere di Molara (nome legato alla pietre da mola, cavate da una colata di lava porosa, adatta alla macinatura del frumento, affiorante all’interno del cratere) e successivamente i rilievi collinari dei duomi lavici del Cantariello, sulla destra.

Da questo punto, a sinistra, sono visibili i rilievi di Monte Vezzi e del Torone, costituiti da strati molto spessi di scorie saldate, legate ad eruzioni esplosive, caratterizzate da fontane di lava, avvenute più di 130 ka.

Il versante settentrionale, fagliato, del Monte Vezzi è ricoperto da spessi strati di cineriti delle eruzioni di Piano Liguori (5,5 ka) e dalle pomici pliniane della eruzione del Cretaio (150 d.C.), facilmente rimobilizzabili. Recentemente, è stato interessato da colate rapide di
fango, le cui nicchie di distacco sono ancora ben visibili sul versante della località Arenella.

In località Starza-Casabona è possibile osservare antiche case rurali, di stile ischitano, con la copertura a volta, fatta con lapilli (pomici e scorie) misti a calce, battuti, realizzata – si ricorda ancora — per facilitare la raccolta di acqua piovana nelle cisterne.

5. Barano centro

Sant Angelo vista da Barano

In corrispondenza del paese di Barano sono visibili, sulla destra i rilievi collinari dei duomi lavici di Costa Sparaina e di Trippodi, che, delimitano, ad est, il grande anfiteatro di Serrara Fontana, originatosì a seguito di una grande frana, causata dal sollevamento del Monte
Epomeo.
Attraversata la piazza del paese, Piazza S. Rocco, sito anticamente chiamato il Luogo, dove sorge la chiesa parrocchiale di S. Sebastiano edificata alla fine del ’500, sulla sinistra si apre uno scorcio panoramico su S.Angelo.
Da questo punto del percorso la geologia dell’isola cambia nettamente.
La strada entra nel settore caratterizzato dalla Formazione del Tufo Verde dell’Epomeo e dai depositi delle grandi frane, che lo hanno interessato, visibili in numerose esposizioni, sino al paese di Serrara.

6. Buonopane

Attraversato il ponte di Buonopane, la stradina sulla sinistra, conduce all’antica sorgente di Nitrodì, con la sua acqua minerale bicarbonato-sodico—calcica.
La sorgente è stata un centro di culto molto importante tra II secolo a.C. ed il III secolo d.C., come documentato dal ritrovamento di rilievi votivi, di epoca romana, che rappresentano Apollo e le Ninfee di Nitrodi. Buonopane tra gli isolani mantiene ancora l’antico toponimo Moropano (dal greco: ”parti di sopra”), che conserva le sue antiche origini contadine e le tradizioni, come la danza folkloristica della ’Ndrezzata.

Di interesse geologico e geomorfologico sono i terrazzi marini di Buonopane, sovrastanti la zona di Nìtrodì, e le esposizioni di materiali argillosi marini di Fontana, che testimoniano i grandi movimenti verticali, che l’isola ha subito in epoca recente.

COMUNE DI SERRARA FONTANA

Il territorio comunale di Serrara Fontana si estende dal mare fino alla vetta dell’Epomeo. Comprende i centri abitati di Serrara, Fontana, Noia, Calimera, Ciglio, Succhivo e S. Angelo. L’itinerario attraversa la morfostruttura ad anfiteatro del bacino di Serrara Fontana, ben visibile dallo”Stop 8″di questo itinerario. Questa morfostruttura è legata alla formazione di ”debris avalanche’ e di frane che, progressivamente, hanno smantellato le formazioni tufacee che costituiscono il rilievo del Monte Epomeo ed i rilievi circostanti.

Queste frane si sono originate in seguito ai movimenti verticali di sollevamento ell’Epomeo, legati alle ripetute intrusioni di magma bassa profondità.

7. Fontana

Dal belvedere di Fontana si osserva la panoramica con il duomo di Costa Sparaina e, in secondo piano, il Monte Vezzi.
Fontana compare tra i Casali tassati del 1270 ed il toponimo Futane si trova inciso su una tavola marmorea del 1374, in cui si accenna ad opere realizzate dal vescovo d’Ischia Bartolomeo Bussolaro. Con il toponimo Vicus Fontana era rappresentato nella cartografia storica del 1586 di M. Cartaro. Anticamente era un villaggio di pastori e contadini, era frazionato in due piccoli agglomerati, Parocchia e Fontana, separati da una profonda incisione, e le abitazioni avevano una struttura serrata, con piccole strade chiuse.

La strada attraversa il centro abitato di Fontana, costeggia la Chiesa Parrocchiale di S.Maria La Sacra o della Mercede edificata nel 1855, laddove esisteva un’anbtica cappella trecentesca, e discende verso Serrara. Lungo Il percorso si incontra sulla destra l’abitato di Noia da dove parte il sentiero per i Pizzi Bianchi – Maronti – S.Angelo.

8. Serrara

Belvedere di Serrara Fontana

L’abitato di Serrara si compone di tre distinti agglomerati: Pantano, Latierno e Serrara.

Serrara presenta una bella piazza panoramica delimitata dal settecentesco Palazzo Iacono realizzato in tufo verde smeraldo. Inadiacenza a questa struttura c’è un arco che scavalca la strada sul quale si innesta il campanile a tre livelli della chiesa del Carmelo, dei primi
del Seicento.

Il belvedere di Serrara è uno dei punti panoramici dell’isola. Si Osserva verso sud, il paese di S. Angelo ed il duomo lavico omonimo,la piana di Succhivo (lat. Sub clivo), una struttura geologica delimitata da faglie e ricca in falde termali. Nelle giornate limpide, verso sud, sono visibili Capri e la penisola Sorrentina; verso ovest, i centri eruttivi del Campotese e di Panza.

9. Ciglio

ciglio serrara fontana casa in tufo verde

La strada prosegue lungo il versante di ciglio, attraversando i tuffi gialli Idro magmatici del vulcano di Serrara e li coni di scorie di la Cesa, pubblicati sulla faglia, che delimita il blocco sollevato del monte Epomeo, che ha consentito la risalita del magma. L’abitato del Ciglio si trova proprio sul ciglio di un ripido sperone collinare che domina il pianoro di Panza. L’agglomerato rurale è riportato nella cartografia del 1586 del Car taro con il toponimo Lilium. Antiche leggende isolane raccontano che ciglio fu chiamato in tal modo perché era il luogo al quale corrispondevano le ciglia del gigante di Feo, seppellito sotto l’isola: le località bocca e Pansa nel comune di Forio, corrispondevano alla bocca e alla pancia, mentre l’antico villaggio di piedi Joe oggi Piedimonte e la località Testaccio del Comune di Barano raffiguravano i piedi e la testa. A destra c’è il ripido versante, coltivato a vigneto, di pietra Martone, muro della faglia. Il paesaggio di questa zona peculiare dell’isola, è caratterizzato dai muri a secco più volte citati, le barra cine, realizzati in tubo verde, di colore smeraldo. Caratteristiche le case scavate nei grandi blocchi di tufo verde, osservarvi osservabili tra pietra Martone il castello naturale e il Ciglio.
Tra queste, la casa di pietra anticamente denominata piscina leggi già. Nella piazzetta dell’abitato, nei pressi dell’antica sorgente Ciglio, c’è la chiesa di San Ciro, con facciata in tufo verde.

COMUNE DI FORIO

L’itinerario entra nel territorio di Forio, il più esteso dell’isola. ilComune di Forio, oltre ai due centri abitati di Forio e Panza, ha numerose frazioni e località: Monterone, Scentone, S. Francesco, Zaro,S. Domenico, Santa Maria del Monte, Marecoco, Cuotto, Campotesee Citara. Il toponimo Forio secondo alcuni (Rholfs, Freund) dovrebbederivare dal termine Xwpiwv, (villaggio aperto, non difeso), ma neidialetti isolani la consonante f è la continuazione del latino F, nondel greco X )per cui appare più appropriata l’etimologia con terra fertile).

10. Panza

Frazione Panza - forio d'Ischia - Info Ischia

A sinistra della strada, visione del territorio di Panza, caratteristico per le coltivazioni a vigneto terrazzate e perla presenza di grandi massi di tufo verde. Panza è riportato nella cartografia dei 1586 con il toponimo Pansa Vicus. Anticamente era un casale famoso sia per l’abbondanza di frutti, di acqua e di vini sia perché era il luogo preferito dai re d’Aragona per la caccia a fagiani, starne e lepri.

Attualmente, pur essendo molto urbanizzato, ancora è caratteristico per le coltivazioni terrazzate a vigneto e per i grandi blocchi di tufo verde scavati ed adattati per molteplici usi. Tra questi il più noto e un masso di notevoli dimensioni che porta scolpita su una parete esterna la data 1595.

11. Montecorvo – Cuotto

L’itinerario prosegue verso Forio, attraversando depositi di “debris avalanchee” a grandi blocchi. A destra, ottima visione di insieme della zona di Rione Bocca. Caratteristica è la colorazione rossastra del versante, legata alla presenza degli estesi campi fumarolici di Cimento Rosso e Donna Rachele.

Le fumarole sono particolarmente sviluppate su questo versante, intensamente fagliato ed intruso da corpi magmatici, che facilitano la risalita di fluidi idrotermali profondi. Questa zona è un giro sito di interesse vulcanologico e idrotermale; l’intenso degassamento, chiamo avviene lungo questo versante, intersecato da grandi faglie dirette, segnala chiaramente che Ischia è un vulcano attivo. L’itinerario attraversa la zona sab pianeggiante alla base del versante di Monte Corvo che digrada verso la costa. Lungo il percorso si alternano aree urbanizzate e aree coltivate a vigneto fino alla località Q8 dove, sulla sinistra, è possibile ammirare uno scorcio panoramico della costa tra Citara e il Soccorso.

12. Forio centro

Un tratto dell’itinerario, nei pressi della località Monterone, interseca il percorso del tufo verde e dei percorsi geoculturali del centro storico di Forio.
Dopo il centro storico di Forio, superato il porto, la strada costeggia il lugomare della Chiaia, raggiunge la località Scentone e prosegue attraversando il complesso eruttivo dello Zaro, formato dai duomi lavici di Marecocco e Caccaviello e dallo spessa colata lavica di Zaro.

Le lave grigie di Zaro, ricche in grandi cristalli di sanidino, sono state intensamente cavate fornendo materiale di buona qualità, utilizzato per architravi, portali, pavimentazioni, etc. nei vari centri storici dell’isola ed in particolar modo Forio.
Il percorso raggiunge il territorio comunale di Lacco Ameno sulla costa settentrionale dell’isola d’Ischia.

COMUNE DI LACCO AMENO

Lacco Ameno è il comune più piccolo dell’isola d’Ischia e si estende dal mare fino alle pendici nord-occidentali del monte Epomeo con i centri abitati Fango, Casamonte, Mezzavia, Pannella e Fundera. La denominazione Lacco secondo varie fonti potrebbe derivare da làccos-pietra, da làcus-luogo acquitrinoso o da loco per indicare l’area pagana romana prima (il loco qui dicitur Eraclius) e successivamente l’area in cui si cominciò a venerare S.Restututa. Il comune di Lacco ha acquistato il toponimo Lacco Ameno nel 1863.

Lacco Ameno nella cartografia del 1586 viene riportata con il toponimo di Vicus Lo Lacco vulgo nella zona pedemontana. I nuclei abitati storici sono stati distrutti dal terremoto del 1883.
Nel territorio di Lacco Ameno, verso la metà del VIII secolo a.C. sbarcarono i Greci provenienti dall’isola Eubea , fondandovi una colonia dell’Occidente. Essi scelsero il promontorio di Monte Vico, per ergere l’acropoli, la valle di San Montano per la negropoli, la collina di Mezzavia per impiantarvi il quartiere metallurgico di Mazzola e gli approdi di S.Montano e marina di Lacco.

13. Mezzavia

Sulla sinistra, il rilievo del Monte Vico, un centro eruttivo formato da scorie densamente saldate, che simulano facies laviche e da lave aventi una età di circa 75 ka, ricoperto da depositi piroclastici, tefra e tufi di numerose eruzioni. Da Lacco Ameno la strada costiera attraversa le località termali, caratterizzate da numerose sorgenti ipertermali,
a composizione clorurato sodica. In prossimità della località Rosario, il percorso incrocia la strada di collegamento con la zona del Fango dove inizia l’itinerario 2.

14. Marina di Lacco Ameno

Fungo di Lacco Ameno


In corrispondenza del porto di Lacco Ameno sono esposti i depositi di debris avalanche di Lacco Ameno.
Il fungo di Lacco rappresenta un mega blocco tufaceo, un piccolo rilievo (hummocky) della valanga.  A mare, nelle batimetrie del fondo marino, si riconoscono decine di megablocchi, fatto questo che consente di delimitare, nell’areale marino a nord dell’isola, il deposito di “”debris avalanche”.

15. Fundera


In località Fundera, nei pressi dell’eliporto, l‘itinerario entra nel territorio comunale di Casamicciola Terme. Lungo questo tratto costiero, a destra della strada, si erge il rilievo della Grande Sentinella, la cui ossatura è formata dal duomo lavico della Fundera, un duomo recente (8.5 ka) ricoperto da tufi idromagmatici, depositi di ”debris avaLanche” e frane.
Anche in questa zona, sedimenti marini, sollevati a 50-60 metri di quota, testimoniano i sollevamenti recentissimi subiti dall’isola (terrazzo di via Eddomade).

COMUNE DI CASAMICCIOLA TERME

Casamicciola è stata denominata Casamicciola Terme nel 1956.
Le frazioni collinari del territorio sono Maio, Grande Sentinella, La Rita e Bagni, quelle costiere Marina e Perrone. Per quanto riguarda l’etimologia, il toponimo Casamiczula è attestato per la prima volta nei registri della cancelleria Angioina del 1265; nella cartografia del 1586 l’abitato è ubicato dove attualmente è la contrada Maio, con la denominazione Vicus Casanizzola; D’Aloisio (1757), autore di un trattato sulle acque termali, fa derivare il toponimo da casa Nisola dal nome di una vecchia eritrese, appunto Nisola, guarita dalle acque delle sorgenti del luogo; lo storico foriano D’Ascia (1867) lo fa derivare da Casa
in isula cioè casa nell’isola. Il patrimonio insediativo storico, a far data almeno dalla metà del 1200, è stato completamente distrutto dai vari eventi sismici che hanno colpito Casamicciola ed in modo particolare dal più recente e disastroso del 1883.

16. Casamicciola centro

Casamicciola Terme vista dal braccio del porto


Casamicciola Terme è la più importante e più antica stazione termale dell’isola d’Ischia, famosa fin dai tempi remoti per le proprietà salutari delle sue acque sorgive (Bagni, La Rita, Castiglione).

17. Punta della Scrofa – Monte Rotaro

Dopo il litorale della Marina di Casamicciola e di Perrone, la strada sale sul complesso di duomi del Tabor e del Rotaro, attraversando la lava di Punta della Scrofa, una colata lavica emessa dal complesso di duomi, di epoca romana, del monte Rotaro, in corrispondenza di
una frattura eruttiva, a direttrice nord sud. Superata la lava di Punta della Scrofa, la strada costeggia il bosco del monte Rotaro con una fitta pineta impiantata negli anni ’50 e sale sino alla spianata del terrazzo marino di Cafieri, interessante morfostruttura, costituita da sedimenti marini ricchi in fossili, formatasi in seguito a fenomeni di sollevamento a partire da circa 6 ka.

18. Belvedere della collina di Sant’Alessandro

La strada discende verso il porto d’Ischia. Sulla sinistra è possibile ammirare in primo piano il cratere del porto, delimitato ad ovest dalla collina di S.Alessandro ed ad est da quella di S. Pietro (fig. 30). In lontananza l’isola di Vivara, Procida e la costa flegreo—napoletana.
Sulla collina sud—orientale del porto d’Ischia si osserva un’edificio a pianta rettangolare, e la casina reale detta anche Palazzo Reale, oggi Stabilimento Militare .

Fu realizzato nel 1735, come dimora estiva, da F. Buonocore, protomedico del Regno di Napoli. Successivamente nel 1786 per la bellezza del luogo e perla vicinanza al lago, luogo ideale per la pesca, divenne una delle tante “delizie reali”dei Borbone.

Con la caduta dei Borbone diventò proprietà del demanio e nel 1877 fu destinato a stazione di cure termali per i militari. L’itinerario termina a Porto d’Ischia.

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