Finalmente dopo due anni di pausa forzata ritorna la festa più bella dell’isola d’Ischia
Che cosa saremmo senza il nostro passato e senza le nostre tradizioni più antiche? Alcune lasciano il passo alla modernità, perdendo vigoria nel tempo ma altre invece perdurano poiché quello stesso concetto di tempo sono in grado di scavalcarlo e renderlo senza fine. Di quest’ultima categoria fa parte la festa di Sant’Anna che ad Ischia resiste da oltre un secolo, superando terremoti, pandemie e ogni tipo di problematica.
Nella sua radice c’è qualcosa di più profondo della classica festa di paese.
Intanto, la sua origine fu dovuta aI fatto che il 26 di Luglio, di ogni anno, le donne gravide andavano in processione a venerare l’effige della Madre della Madonna che si trovava in una cappella nella baia di Cartaromana. Ad accompagnarle un corteo di barche di pescatori che per l’occasione addobbavano i loro mezzi con piante e fiori. Negli anni Trenta ad un gruppo di ragazzi venne poi la brillante idea di premiare lo scafo più bello. In seguito a loro si aggiunse un falegname che perfezionò ancora di più il lavoro ricoprendo le barche con ornamenti davvero particolari e suggestivi. Così ha iniziato a spargersi la voce su quella che oggi rappresenta un unicum planetario
per presenza di spettatori, tantissimi turisti provenienti da ogni dove ma anche i residenti non riescono a trattenere la tentazione nonostante l’abitudine. Ma anche per il contesto, a dir poco meraviglioso, in cui avviene lo svolgimento: parliamo del Castello Aragonese sul quale è inutile sprecare ancora parole e che rappresenta ancor oggi il simbolo dell’isola di Ischia.
Oltre alla sfilata delle barche allegoriche, tra le quali poi viene eletta la migliore, anche i pirotecnici fuochi d’artificio e il finto incendio del castello rappresentano dei momenti indimenticabili che sublimano ancora di più un evento che da queste parti, lo avrete ormai intuito, è più che mai sentito.
A contribuire all’identità del luogo, anche i temi scelti per l’allestimento delle barche sempre ispirati da storie, tradizioni ed avvenimenti facilmente riconoscibili per gli isolani ed anche per i visitatori.
Per la loro realizzazione contribuiscono artigiani, carpentieri e artisti che esclusivamente per passione mettono ingegno e impegno per la riuscita finale dell’evento. Checché se ne dica il risultato è tutt’altro che irrilevante ed ognuno, giustamente, ci tiene a far bella figura e a prevalere sull’avversario di turno, che torna ad essere amico dal giorno seguente.
Insomma: spettacolo, divertimento, atmosfera surreale e anche sana competitività tra gli ingredienti della sagra che ancor oggi resta un evento imperdibile per tutti. Gli ultimi anni di pandemia hanno messo alla prova la resistenza di ognuno di noi, così come anche quella delle tradizioni che fortunatamente sono dure a morire.
Così, l’isola è pronta a ripartire anche per questo 26 luglio 2022. E a regalare ai più fortunati, che riusciranno a prenderne parte, il lato migliore di sé.